Bologna metropolitana – Appennino, i Comuni del territorio incontrano l’assessore regionale alla Montagna e aree interne Davide Baruffi

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Confronto sui temi della ricostruzione post alluvione, prevenzione del dissesto idrogeologico e tutela del territorio rurale. Richiesta di riequilibrio dei fondi tra Comuni, per combattere lo spopolamento e favorire nuova imprenditoria

Sanità e servizi sociali, riparazione dei danni delle alluvioni, opere per prevenire il dissesto idrogeologico e manutenzione della rete stradale poco efficace a causa delle esigue risorse comunali. E ancora, attenzione al trasporto pubblico che va potenziato per garantire la mobilità sostenibile agli abitanti, anche in relazione al previsto raddoppio della ferrovia Porrettana e al trasporto scolastico. Attenzione anche all’impatto degli impianti di energia rinnovabile, alla forestazione e alla tutela del territorio rurale. Infine interventi per favorire l’incremento dell’offerta di lavoro e la nascita di nuove imprese. Questi i temi al centro dell’incontro tra i Sindaci dei Comuni montani della Città metropolitana di Bologna con Davide Baruffi, assessore regionale alla Montagna e aree interne, dello scorso 31 gennaio presso la Casa della Cultura e della Memoria di Marzabotto. Un incontro molto partecipato e ricco di spunti di discussione, che ha visto la presenza di tutti i territori montani.

 

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A coordinare il dibattito Valentina Cuppi, Sindaca di Marzabotto a supporto del Sindaco metropolitano per le Politiche per l’Appennino bolognese. Presenti anche il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Maurizio Fabbri, e le consigliere regionali Marta Evangelisti e Simona Lembi.

 

I diversi territori sono stati raccontati dai Presidenti delle Unioni aventi al loro interno Comuni montani e/o dai loro rappresentanti. La Presidente dell’Unione Savena Idice e Sindaca di Monghidoro, Barbara Panzacchi, ha posto l’accento sul potenziamento della Sanità di prossimità e dei presidi ospedalieri, sugli interventi di ripristino dei territori e sulla realizzazione degli interventi di prevenzione, dopo gli eventi alluvionali che hanno colpito duramente il territorio dei Comuni dell’Unione, a partire dal maggio 2023. Attenzione anche alla necessità di trattenere i nuovi residenti che hanno deciso di trasferirsi in montagna dopo la pandemia. Monica Cinti, Sindaca di Monte San Pietro, in rappresentanza dell’Unione Reno, Lavino, Samoggia, ha portato le tematiche della sostenibilità dei bilanci comunali in relazione alla distribuzione equa delle risorse, anche in riferimento al reperimento di personale tecnico. Attenzione anche alla normativa riguardante la forestazione e gli interventi edilizi in zona agricola, la realizzazione di invasi diffusi per prevenire gli eventi alluvionali nei diversi territori. La Sindaca di Casalfiumanese  Beatrice Poli, in rappresentanza dei comuni montani del Nuovo circondario imolese, il cui territorio è inserito nella programmazione regionale delle Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile (ATUSS), ha evidenziato le problematiche relative agli impatti derivanti dalla realizzazione degli impianti di energia rinnovabile, alle difficoltà di reperire medici di base, ai Dispensari farmaceutici di montagna e alla difficoltà di fare fronte con i propri bilanci agli interventi di somma urgenza per i danni causati dalle alluvioni e dalle frane.  La Sindaca Cuppi, Presidente dell’Unione Appennino bolognese, ha posto il problema dei medici di base, difficili da trovare e far svolgere loro l’attività nelle frazioni, e degli interventi finalizzati a mantenere aperti i pubblici esercizi di montagna. Ha poi evidenziato la necessità, nel ruolo di delegata del Sindaco metropolitano per le politiche dell’Appennino, che i futuri finanziamenti che saranno assegnati ai diversi territori garantiscano una logica di riequilibrio per i Comuni che non beneficiano né delle Strategie Territoriali per le Aree Montane ed Interne (STAMI) né delle ATUSS. Ha infine annunciato che, in primavera, la Città metropolitana realizzerà un’iniziativa per rilanciare il tema su questa parte del territorio metropolitano, che rappresenta, tra le altre cose, la condizione fondamentale per rendere più attrattivo vivere e lavorare in Appennino.

 

Sono inoltre intervenuti Sindaci e Amministratori dei Comuni di Alto Reno Terme, Gaggio Montano, Vergato, Castiglione dei Pepoli, Pianoro, Lizzano in Belvedere, Sasso Marconi, Grizzana Morandi, Valsamoggia, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno.



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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.